image_2
image_2

Il manifesto e il volantino

Testimone della nostra storia, il manifesto ha descritto e continua a ricordarci l’evoluzione dei costumi e dei comportamenti. In Europa, a partire dagli anni ’50, il manifesto punta sempre più a conquistare quei luoghi come le metropolitane, le stazioni e i centri di aggregazione di massa.

Ma è dalla fine degli anni ‘60 che il manifesto diventa uno dei principali strumenti della comunicazione politica. Nel vivo di quelle mobilitazioni conosce una vera e propria rinascita, sia nel linguaggio grafico che nell’espressione di contenuti riconducibili a valori comuni, alla lotta e alla mobilitazione. Nelle grandi città spicca sempre più una produzione di dissenso perlopiù politico, che non bada tanto alla forma del messaggio quanto al suo contenuto, cercando di esprimerlo nel modo più emotivo possibile. Si evidenziano la forza e la capacità di sintesi visiva del design grafico applicato ai grandi problemi sociali trasmessi attraverso segni e simboli a effetto, con lo scopo di presentare le informazioni nel modo più diretto e mobilitare i cittadini intorno a una causa. In tutto il mondo il manifesto viene utilizzato come bandiera per incitare al cambiamento, dar voce ai movimenti di ribellione e potenziare la presa di coscienza dei cittadini sui problemi politici e sulle rivendicazioni sociali. Diventa un potente strumento per l’organizzazione e per dare evidenza alle proposte delle comunità su alcune delle questioni più urgenti: i diritti civili, le guerre, la giustizia sociale, il lavoro, l’immigrazione, le cause ambientali, le discriminazioni di genere, razza e religione.

Osservando i manifesti politici si nota come l’impegno di vari artisti abbia contribuito moltissimo a dare visibilità alle proteste. I manifesti in sé non cambiano le situazioni, ma inducono le persone a riflettere, a mobilitarsi o a incoraggiare il cambiamento, nonché a ispirare un futuro migliore.

Con il manifesto, acquista sempre più forza un mezzo di comunicazione che induce a una lettura lenta, riflessiva: il volantino. Esso può servire a più scopi: la riflessione su un tema specifico, l’invito a una assemblea, la presentazione della piattaforma, la mobilitazione. La caratteristica di questa comunicazione è il contatto fisico: qualcuno che consegna il volantino e qualcuno che lo riceve. Attraverso le parole che accompagnano la diffusione si propongono le idee che si sostengono, da esse dipende l’efficacia del risultato. Il contenuto deve subito saltare agli occhi, il linguaggio è semplice e comprensibile, la grafica viene utilizzata per dare valore a titolo e sottotitolo, per mettere in evidenza i contenuti gerarchicamente più importanti.