image_2
image_2

I consigli di fabbrica

Sono l’organismo unitario (ovvero comune a Cgil, Cisl e Uil) di rappresentanza dei lavoratori nei luoghi di lavoro che si impone grazie al ciclo di lotte del triennio 1968-1970. Raccolgono l’eredità delle Commissioni interne, affermatesi a inizio Novecento, e sono uno strumento di democratizzazione e di partecipazione dei lavoratori alla vita politico-sindacale. Sono eletti direttamente dai lavoratori (iscritti e non ai sindacati) e non nominati dai sindacati provinciali e danno impulso alla figura del delegato. Vengono riconosciuti dai sindacati confederali come loro organismi di base nel 1971, diventando di fatto i titolari dei diritti sindacali previsti dallo Statuto.

I delegati vengono eletti su scheda bianca, ovvero senza nessuna indicazione preventiva di nominativi, e sono revocabili per volere di una maggioranza di due terzi dei lavoratori. Esercitano un ruolo di agenti contrattuali aziendali e di controllo sull’applicazione dei diritti e delle norme, rispondendo all’esigenza di contrattare le scelte dei datori di lavoro in ogni fase dell’organizzazione del ciclo produttivo. Si occupano quindi di svariate tematiche come la tutela della salute, i ritmi e i carichi di lavoro, il riconoscimento della professionalità. I consigli rappresentano per circa vent’anni la voce dei lavoratori nei luoghi di lavoro, per poi essere sostituiti negli anni ‘90 dalle Rappresentanze Sindacali Unitari (RSU).