Striscioni e cartelli
L’esperienza delle assemblee è l’espressione più clamorosa di una ricerca creativa di nuove forme di democrazia e di socializzazione di una pratica alternativa per il mondo del lavoro. L’assemblea nelle fabbriche e nei reparti rimarrà per molti anni una forma originale e vitale di auto-organizzazione dei lavoratori e un punto di riferimento ineludibile per il sindacato, una forma di rappresentanza unitaria attraverso la quale molti esclusi ritrovarono una voce e l’opportunità di cimentarsi con un’esperienza di conoscenza e di direzione. Alla stessa stregua, sulla spinta di modelli mutuati dalla comunicazione degli studenti, prendono forza tra i lavoratori temi, linguaggi e strumenti che costituiscono forme nuove di auto-produzione di messaggi, espressione di un diverso modo di manifestare rivendicazioni e diritti: salario, orario di lavoro, differenze di status fra operai e impiegati, salute e nocività, limitazione del lavoro straordinario, discriminazioni in ragione di età, sesso, malattia o partecipazione allo sciopero, assemblea retribuita nei luoghi di lavoro, attività retribuita dei delegati, trattenuta delle contribuzioni volontarie che i lavoratori destinano al sindacato. Ma è nella caduta del confine tra fabbrica e società che si manifesta la vera novità di questo innovativo sistema di comunicazione: messaggi che si richiamano ai diritti individuali e collettivi quali casa, scuola, servizi sanitari, asili nido, pensioni, mezzogiorno ecc.
Allo striscione, tradizionale strumento di accompagnamento dei cortei, si aggiungono due mezzi che oggi definiremmo “social” ante litteram: il tazebao e il cartello.
Con il nome di tazebao vengono indicati quei manifesti cartacei, solitamente scritti a mano con pennarello largo, appesi sui muri, sui cancelli delle fabbriche o in altri luoghi in cui sono in corso battaglie politiche. Questi manifesti, con un’efficacia prima impensabile, costituiscono il mezzo più diretto e veloce per comunicare le ragioni delle proteste e le rivendicazioni dei diritti.
I cartelli esprimono a loro volta forme di creatività, generata quasi sempre da chi li mostra, con un linguaggio semplice, diretto, pittoresco. Agli occhi di chi li legge, pensieri, idee e rivendicazioni dei singoli – attraverso questo strumento – compongono l’insieme del progetto politico dello stesso movimento dei lavoratori.